mercoledì 7 giugno 2017

Rizogalo

Sotto i petali cremisi dell'oleandro, nel giardino imperlato da una luminosissima luna d'agosto, lei mi raccontava di come sessant'anni prima, nei drammatici anni di guerra, fosse sbocciato il solo grande amore della sua vita e descriveva commossa il giorno in cui aveva salutato la sua Corinto, attraversato il mare e raggiunto il suo giovane amore nella Sicilia degli anni '40. Nella mia fantasia di nipote, i fotogrammi seppiati di quelle memorie si accendevano d'improvviso a colori vividi per l'incredibile dovizia di particolari riferiti dall'appassionata narratrice.
Spesso accadeva che, durante quegli incontri, ascoltandola, assaporassi porzioni in coppetta di bianco rizogalo, preparato dalle sue affusolate mani, fiere e tremanti. 
Ed era subito Grecia.
La mia Grecia.
Affondando avidamente il mio cucchiaino nel cremoso dessert, le chiedevo puntualmente la ricetta che seguivo assorta come si ascolta una storia senza tempo, alchimia di profumi, di gesti lenti e di case non più abitate. 
Non l'annotai mai, la ricetta, raccontando a me stessa che non sarebbe mancata un'altra occasione per incontrarci, un'altra sera per parlare in giardino, sotto il cielo d'agosto, e per lasciarmi coccolare ancora una volta, come quand'ero bambina.
Ma le cose cambiano.
La vita trascorsa si cristallizza in ricordi e da quest'ultimi, dai più autentici, si riceve in eredità nuova linfa per la vita che si rinnova.
Adesso nei pomeriggi di gioco le mie bimbe, golose quanto la loro mamma, capita che mi chiedano di preparare loro il rizogalo, la cui ricetta, che testardamente mi sono sempre rifiutata di annotare, un giorno ho ritrovato per caso tra le pagine di un vecchio quadernone di cucina che nonna Elena ha sempre tenuto con sé; il dono che nel lontano 1945, salutando per l'ultima volta la sua "chorizzi" a Corinto, le fece mamma Paraschevì.
Per la sua versatilità questa densa crema di latte aromatizzata alla vaniglia, con riso e cannella, si inserisce elegantemente in un menù estivo e, al contempo, si apprezza anche come genuina merenda per golosi di tutte le età.
Mettete il latte sul fuoco e, non appena sfiora il bollore, prelevatene una tazzina circa per sciogliervi l'amido di mais e aggiungete il riso al latte in ebollizione; consiglierei la varietà di riso "Roma" perché i chicchi mantengono una struttura molto corposa e rilasciano amido durante la cottura. Ricordate che il riso bollito nel latte avrà tempi di cottura superiori rispetto a quelli indicati sulla confezione.
Nel frattempo, incidete con un coltellino appuntito la bacca di vaniglia, aprite i due lembi e  raschiate con la punta del coltello i semi [fig.1].
A metà cottura del riso aggiungete lo zucchero, l'amido di mais sciolto precedentemente in poco latte, i semi di vaniglia e la bacca stessa e il legnetto di cannella. Qualora, come nel mio caso, abbiate a disposizione pezzetti di legnetto di cannella, contate quanti aggiungerete per aromatizzare il latte, così da poterli facilmente recuperare alla fine della cottura del riso. Potrete sostituire i semi di vaniglia  con una bustina di vanillina o una fialetta di estratto se non gradite esteticamente la loro presenza nella crema bianca.
Ultimata la cottura del riso, spegnete la fiamma e lasciate riposare qualche minuto [fig.2].
Prelevate, infine,  la bacca di vaniglia e la cannella e versate la crema nelle coppette; lasciate che si intiepidiscano [fig.3]
per poi riporle nella zona più fredda del vostro frigo.
Quando la crema si sarà ben raffreddata e addensata spolverate sulla sua superficie la cannella in polvere.

6 commenti:

  1. ...ed è subito Grecia...ed i miei occhi si commuovono nel leggere questa breve introduzione ad una gustosa ricetta. Quanta meraviglia in quei racconti...così precisi da scorrere davanti ad i miei occhi come immagini di un film in bianco e nero...

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    1. Conserveremo insieme tutto nel nostro libro della vita ❤

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  2. È sempre un'emozione leggere questi post, arricchiscono non soltanto la mia cultura culinaria, ma anche il cuore. Leggendo ho rivisto me in altre circostanze, da bambina, nei pomeriggi d'inverno e mia mamma preparava il "bianco mangiare", ricetta semplicissima che arricchiva sempre con un po' di cannella. �� È il momento di provare la versione estiva greca!

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    1. Dolce Graziana, tu sai che cucinare per qualcuno può essere vissuto come un piccolo atto d'amore... soprattutto quando si parla dell'Amore più forte che possa esistere, quello di una mamma...
      Ti abbraccio forte forte

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  3. Mai provato....sa di buono! Spero di assaporarlo presto..😋

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    1. Ve lo farò provare e mi direte😉! Ci vediamo presto😘

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